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All’inizio dell’Ottocento la meccanica classica appariva il fondamento di tutta la fisica, se non di tutta la scienza. Tuttavia, nella seconda metà del secolo, l’elettrodinamica di Maxwell e la termodinamica di Clausius diventarono settori indipendenti della fisica. Il concetto di “campo”, emerso dall’elettromagnetismo, ed il concetto di “entropia”, emerso dalla termodinamica, potevano essere interpretati in senso meccanico ma avevano senso in se stessi. Quindi, verso la fine dell’Ottocento, la fisica classica risultava costituita da tre aree distinte ma connesse: meccanica, termodinamica ed elettromagnetismo. Nelle tre zone di confine si concentravano problemi controversi: le soluzioni date all’interno di una area non erano compatibili con le soluzioni date all’interno dell’area confinante. I grandi fisici del tempo, Wilhelm Wien, Max Planck, Hendrik Antoon Lorentz, Henri Poincaré e Ludwig Boltzmann, affrontarono alcuni di questi “problemi al confine”, offrendo risposte significative. Ancora più significativo è che tutti gli articoli che il giovane Albert Einstein pubblicò nel 1905 offrirono risposte a ciascuno di questi problemi.
link confine meccanica/elettromagnetismo
link confine meccanica/termodinamica
link confine termodinamica/elettromagnetismo