Gli Einstein imprenditori pavesi
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Nel marzo 1894 a Pavia vengono fondate le Officine Elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone e nell’autunno, in pochi mesi, viene costruita una grande fabbrica, presso un doppio salto del Naviglio, strategico per la produzione di energia elettrica. Pavia è una cittadina di circa 30000 abitanti dall'economia prevalentemente agricola, e dalla vita culturale e sociale gravitante attorno all'antico Ateneo; la famiglia di Albert risiede in una casa signorile abitata in precedenza da U.Foscolo (1778-1827), e non tarda ad inserirsi nella borghesia locale. Le Officine risultano ben organizzate: resta traccia di un catalogo dei prezzi con l'elenco dei manufatti e del regolamento interno, cui i lavoratori dovevano sottostare, pena una multa il cui ammontare era devoluto ad un’Associazione di mutuo soccorso (si tratta delle prime forme di assistenza agli operai). Vi erano 80 lavoratori, tra cui 3 donne e 2 fanciulli e gli operai guadagnavano tra le 2 e le 3 lire al giorno; l’ingegner Jakob, apprezzato per le sue dinamo con ridotte correnti parassite e basso surriscaldamento, ottenne brevetti per lampade ad arco e strumenti di misura. Tuttavia, a soli due anni dalla loro fondazione, stranamente le officine vengono messe in liquidazione. Qualcuno incolpò Garrone o lo spensierato ottimismo con cui Hermann amministrava la ditta o la scelta di Jakob per impianti a corrente continua e illuminazione ad arco, risultati poi tecnologicamente perdenti. Con ogni probabilità il vero motivo è che a metà 1896 falliranno definitivamente le trattative degli Einstein con la Società A.Volta per l’elettrificazione di Pavia.
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