Deve veramente essere stata una bella sorpresa per mamma Pauline e babbo Hermann vedersi, inaspettatamente, comparire davanti il piccolo Albert a Milano! Albert non tollerava lo stile autoritario prussiano e questo gesto la dice lunga sulla sua determinazione: si era autonomamente fatto scrivere un certificato medico di "esaurimento nervoso" per poter lasciare la scuola, aveva ottenuto le referenze di un insegnante che, sottolineando le sue attitudini in ambito scientifico, potevano facilitargli l'accesso in un’altra scuola, e conosceva tutti i passi necessari per rinunciare alla nazionalità tedesca al fine di evitare l'incubo del servizio militare. In Italia si sente libero di seguire le sue naturali predisposizioni. Rassicurati i genitori che intendeva prepararsi da solo per accedere al politecnico di Zurigo, può dedicarsi ai suoi studi in uno stato di prolungata vacanza; compra così a Milano, e studia, i primi volumi del testo di fisica di J.Violle, di livello universitario. Le giornate pavesi di Albert trascorrono nella sua amata solitudine, tra gli studi scientifici, il perfezionamento del violino, la vita all'aria aperta sul Ticino e nelle campagne circostanti. I risultati non tardano: nell'autunno del 1895 Albert quindicenne spedisce al prediletto zio Caesar Koch il suo primo scritto scientifico: “Ricerca sullo stato dell’etere in campo magnetico”. Di poco successivo è un secondo lavoro “Sull’elettricità e le correnti elettriche”, inviato nel 1896 alla famiglia Marangoni.
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