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Spazio, tempo e moto relativi ed assoluti, pieno e vuoto, continuo e discontinuo ci accompagnano dalle origini della riflessione greca e vengono variamente interpretati nell’evoluzione di meccanica, elettromagnetismo e termodinamica dal 1600 al 1905. La consapevolezza dei concetti di base via via utilizzati ha facilitato il “progresso” scientifico ed è qui utile per la comprensione del pensiero di Einstein. Nell’area relativa alla meccanica viene quindi presentato il principio di relatività cui Galileo giunge coi suoi studi sulla caduta dei gravi, sull’inerzia e sulla composizione dei moti. Sono poi presenti le riflessioni newtoniane sull’uguaglianza numerica (ma non teorica) di massa inerziale e gravitazionale e sullo spazio e tempo assoluti e l’interpretazione cartesiana della conservazione della quantità di moto. La sezione di elettromagnetismo accoglie il dibattito sulle diverse interpretazioni dell’elettricità da parte di Volta e di Coulomb. Da loro partono due filoni in competizione per tutto l’Ottocento: da una parte l’azione a contatto, dall’altra quella a distanza. Lorentz a fine secolo opererà una sintesi di questi filoni che verrà poi rielaborata da Einstein. La termologia invece, dopo la quantificazione di fine Settecento e l’evoluzione delle macchine termiche, trova con Sadi Carnot una sistemazione teorica che confluirà nell’attuale secondo principio della termodinamica per avviarsi poi, con la determinazione dell’equivalente meccanico del calore, verso il principio di conservazione (meccanico) dell’energia. Alla fine dell’Ottocento si apre così il ciclo della fisica teorica e il dibattito sui fondamenti che vede protagoniste le tre discipline in esame, alle soglie della rivoluzione einsteiniana.