La teoria della Relatività Speciale del 1905 venne corroborata con difficoltà. Grazie ai contributi di importanti matematici Einstein proseguì questi studi e basandosi sull’equivalenza numerica tra massa inerziale e gravitazionale, confermata dagli esperimenti, pervenne “all’idea più brillante della sua vita”: il principio di equivalenza tra un sistema inerziale in un campo gravitazionale e un sistema accelerato. con ciò iniziò il percorso verso la Relatività Generale. Le orbite gravitazionali vengono interpretate come moto rettilineo (inerziale) in uno spaziotempo incurvato da una massa; nel 1915, dopo diversi tentativi, Einstein ottenne le esatte equazioni di un campo gravitazionale, in funzione della distribuzione delle masse; predisse anche la deviazione subita dalla luce di una stella per l’incurvatura dello spaziotempo creata dal sole. Nel 1919 un’eclisse totale di sole permise una conferma sperimentale di tali previsioni. Nel vano tentativo di ottenere un modello statico di universo con una densità di massa finita, Einstein aggiunse alle equazioni di campo una costante cosmologica che poi abbandonò; oggi essa riveste invece un ruolo chiave nelle spiegazioni dell’espansione accelerata dell’Universo. Numerosi e faticosi studi matematici furono intrapresi da Einstein per spiegare il comportamento corpuscolare della luce come proprietà del campo elettromagnetico; invano tentò di utilizzare la geometria con cui Weyl collegava l’elettrodinamica alla relatività generale. Vani furono pure i suoi ultimi tentativi di unificare gravitazione ed elettromagnetismo.